Abbiamo scoperto Camaldoli, in provincia di Arezzo, un po’ per caso, circa 25 anni fa. Come ogni anno, eravamo alla ricerca di una meta alternativa per le nostre vacanze che coniugasse ambiente con storia, gastronomia, tranquillità e meditazione.
Camaldoli ha risposto fin da subito alle nostre aspettative. E’ un piccolo centro a 812 metri di altitudine, immerso nelle Foreste Casentinesi, tra Romagna e Toscana. Qui San Romualdo, agli inizi del Mille, fondò i Camaldolesi che ancor oggi vivono nel Sacro Eremo, in celle affiancate tra loro e fronteggiate da un portichetto e da un piccolo orto. Camaldoli è tutta qui: oltre all’Eremo (alt. 1.104 metri), si trovano la Foresteria dove vengono accolti i visitatori, il Monastero, l’Antica farmacia, l’albergo dell’ospitale famiglia Tassini che da generazioni conduce l’attività e una ricca libreria gestita dai Camaldolesi, le cui letture sono per noi fonte di grandi ispirazioni, rese ancor più efficaci dalla cornice di splendidi castagni secolari sotto i quali sediamo, poco lontano da un Camping ben attrezzato.
Camaldoli offre bellissimi percorsi tra i boschi, adatti a persone di ogni età. Camminando tra gli alberi si incontrano spesso animali in libertà che, seppur timidamente, tollerano la presenza degli uomini. In questa splendida cornice naturalistica, dove i cellulari non danno segni di vita e la televisione è pressoché bandita, si erge il Miraglia, un castagno di circa 600 anni nella cui enorme cavità i monaci solevano sedere e leggere.
La Foresta Casentinese deve infatti molto ai Camaldolesi: essi si adoperarono per incrementarne il patrimonio forestale attraverso donazioni e acquisizioni. Lo sorvegliarono proibendo il taglio degli abeti se non da persona autorizzata, protessero le piante giovani e lo rimboschirono. In questi luoghi rimasti incontaminati ci si può ricaricare e riposare per davvero.
Volendo poi approfittare della permanenza per visitare un pezzetto di Toscana, vi consigliamo di recarvi alla cascata dell’Acquacheta di dantesca memoria, alle sorgenti dell’Arno, alla Verna dove S. Francesco ricevette le Stimmate e alla città di Arezzo.