Il metodo utilizzato per la redazione del libro
Si è trattato di rintracciare le informazioni che negli anni mi avevano colpito di più e capire come si concatenavano. Mentre svolgevo questo compito, lavorando sempre al computer dove ho registrato tutte le notizie, la ricerca mi ha portato a riscoprire dettagli passati e dimenticati. Sono questi che mi hanno condotto al cuore delle vicende, perché hanno fatto emergere aspetti quasi nascosti ma che davano una visione tante volte completamente diversa dei fatti avvenuti. Presentavano in modo spesso diametralmente opposto vicende che senza di essi assumono poi significati diversi e attraggono giudizi altrettanto differenti ma proprio per questo più carenti di oggettività. Le notizie che presento completano quello che sappiamo già, ma ci costringono a vederlo sotto punti di vista che non avevamo mai affrontato prima.
Le citazioni bibliche prima di ogni capitolo
Tra i tanti libri che possono albergare nelle nostre abitazioni, ce n’è uno che penso non manchi da nessuna parte. Anzi dicono che sia il libro più diffuso al mondo, ovvero la Bibbia. In proporzione alla sua diffusione, penso sia anche il libro meno letto al mondo: solo alcune sue parti, funzionali all’espletazione del rito (cerimonie, sacramenti ecc.) sono conosciute, ma spesso sono sempre le stesse letture e sono la minima parte dei 73 libri che la compongono. Si pensi che la Bibbia contiene quasi 800.000 parole, il mio libro 63.000, meno di un decimo. Eppure per scriverlo io so di essere stato ampiamente influenzato dall’aver letto più volte il testo biblico. Dove ho riconosciuto dei discorsi, altri meno, facilmente proponibili ancora al giorno d’oggi.
Tra questi ne ho scelti alcuni per introdurre i capitoli del mio libro, proprio perché erano come una maniglia dorata su una porta che apre una stanza ancora sconosciuta. Immagina se per entrare in un ambiente ponessi un portone sgangherato e pericolante, come potrei invitare qualcuno ad oltrepassarlo per visitare la stanza successiva? L’idea che si farebbe è che “tale porta, tale stanza”, e quindi non accetterebbe l’invito. Invece le citazioni bibliche sono esattamente il portale che introduce in modo consono a quello che viene dopo, ovvero il capitolo da leggere.
Sapienza e verità
C’è, in particolare, il versetto del libro della Sapienza, fissato addirittura nel primo capitolo, che recita: “Esporrò che cos’è la sapienza e come essa nacque; non vi terrò nascosti i suoi segreti. Seguirò le sue tracce fin dall’origine, metterò in luce la sua conoscenza, non mi allontanerò dalla verità.” Per comprendere la sua preminenza su altri ricordo un’altra storia ebraica, anche se non biblica, ed è quella di tre saggi ebrei a cui viene chiesto chi comanda nel Mondo. Il primo risponde che è il re, il secondo il vino, il terzo la donna. Ma sempre il terzo, che si chiamava Zorobabele, alla fine sentenzia che il comandare di questi tre non è altro che mera vanità. Perché la vera detentrice del potere su tutte le cose è la Verità, che ha il potere anche su Dio e sugli uomini, in quanto è su di essa che fu creato il cielo e la terra.
Il versetto della Sapienza promette tante cose sapendo che come faro da seguire ha sempre davanti la Verità. È quello che dovevo fare io, che avevo in testa più l’idea di verità che la verità stessa. Cioè se pensiamo che la verità è la più perfetta rappresentazione della realtà, senza trucchi né inganni, il mio intento era proprio quello di ricostruirla a cominciare dalle rappresentazioni che ci sono rimaste del passato. Quelle notizie che spesso ormai non ci sono più ma senza delle quali ci rimarrebbe un ricordo imperfetto che genera giudizi sbagliati.
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