Non si può passare per Piacenza la Bella, senza fare una visita alle incantevoli cupole della città: la cupola del Duomo, alla quale si sale attraverso: scalette, strettoie, balconi, che aprono meravigliose viste sia verso l’opera del Guercino sia verso i tetti di Piacenza; la cupola affrescata dal Pordenone (in collaborazione con Bernardino Gatti detto il Sojaro) della Chiesa di Santa Maria di Campagna.
La Cupola del Duomo è impreziosita dai meravigliosi affreschi del Guercino che egli realizzò tra il 1626 e il 1627.
Le scene rappresentate raccontano dei Profeti, dell’Infanzia di Gesù, dell’Annunciazione, dell’Adorazione, della Presentazione al Tempio e della Fuga in Egitto. Si tratta di un viaggio mozzafiato all’interno di quella che si può considerare, de iure, la Cappella Sistina del Nord Italia. Se si ha poi la fortuna – come è capitato a noi il 7 aprile scorso – di assistere alla sera al Concerto Mors e Vita del Coro della Cattedrale dove il coro maschile si era posizionato proprio in cupola e cantava col coro femminile al suolo, allora si può proprio dire di aver vissuto una sorta di favola.
Dopo aver ricolmato i propri occhi di tanta bellezza (straordinaria anche la vista dall’alto sull’interno Duomo che appare in tutta la sua magnificenza), è imperdibile la visita alla Chiesa di S.Maria di Campagna e alla sua cupola.
Basta alzare gli occhi verso l’alto per vedere Dio Padre che scende dal cielo tra Profeti, Sibille e altre figure dell’Antico Testamento. Negli ovali si raccontano alcuni episodi biblici a partire dalla Creazione del mondo, episodi con Dei pagani e della tradizione classica.
Insieme al Pordenone, si può anche ammirare la mano del Sojaro che dipinse, dal 1543, gli Apostoli, le Storie della Vergine e gli Evangelisti, con gli Apostoli nelle lesene, con le storie della Vergine nel tamburo e i quattro evangelisti nei pennacchi.
Queste visite sono possibili grazie alla passione e alla professionalità delle guide di Kronos (Staff CoolTour), che ci hanno condotto con maestria attraverso scalette e cunicoli, raccontando un passato che si fa ogni volta presente magico.
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