Ne parlo volentieri perché il lavoro che ho fatto è originale, altrimenti non avrei neanche pubblicato il libro se ci fosse stata un’opera simile già nel mercato. Un mio hobby è quello di collezionare notizie e ad oggi ho superato abbondantemente il milione di report giornalistici. L’anno scorso, era gennaio, ho pensato che, dopo 20 anni dal primo libro, sarebbe valsa la pena scrivere un’altra opera per commemorare la prima “Società che non c’è”. Gli argomenti potevano essere sempre quelli, quindi temi sociali ed economici, ma la questione era quale materiale utilizzare. Il pensiero è corso subito all’archivio delle mie notizie e da lì è iniziato il tutto.
Ne è uscito un libro che ripercorre la storia degli ultimi 20 anni attraverso gli avvenimenti più noti ma letti a mezzo di notizie spesso dimenticate.
È un testo stampato su carta, “discendente” del libro che fece la comparsa 2000 anni fa (e citato anche nell’Apocalisse). Il libro in formato cartaceo è il veicolo più diffuso del sapere e rimarrà così ancora chissà per quanti anni. Sicuramente a maggior ragione se la corrente elettrica costerà sempre di più o verrà razionata solo per certi usi. Sarà un lusso leggersi un libro di 325 pagine su un tablet o uno smartphone, quindi meglio avere con sé sempre la versione cartacea.
Come leggere il libro
È un libro che va letto dall’inizio alla fine, almeno una volta. So che alcuni sono abituati a leggere i libri a pezzi. A questo siamo stati abituati dai giornali e le riviste. Chi non prende un giornale e lo “sfoglia”, cioè passa le pagine e si sofferma, attirato da titoli o figure, solo su alcuni articoli, a volte leggendo solo il sottotitolo o qualche didascalia? Questo eccesso di “selezione” mista a “fretta” è stato portato alle estreme conseguenze con i moderni smartphone, dove siamo ormai abituati solo a “scrollare” i post. I video li guardiamo solo se non durano più di tot minuti (tanto che i social da mesi ci propongono i Reel, cioè i video brevi da qualche decina di secondi).
Questo genera una grave carenza informativa perché la nostra tendenza a seguire gli interessi già acquisiti ci fa soffermare solo sulle informazioni che confermano quello che sappiamo già. Ma questo, oltre a limitare gli interessi a quelli solo già in nostro possesso, genera una forma di fossilizzazione delle nostre idee. I social, che non fanno altro che proporci contenuti che incontrano le nostre ricerche, alla fine contribuiscono a limitarle e a sclerotizzarle. Tutto questo è il contrario di una vera “sapienza” che invece ha come caratteristiche quella della curiosità verso le novità e quella della versatilità intellettiva.
Il libro è diverso, perché l’impegno a leggerlo dall’inizio è ripagato dal percorrere vie della conoscenza prima non battute, che spesso richiedono una duttilità per comprendere dinamiche e concetti.
Il mio approccio
Io non leggo mai un libro “a salti” perché nell’approcciarlo non seguo i miei interessi ma mi lascio guidare da quelli dello scrittore. Spesso, nelle parti di cui sottovalutavo l’importanza, era compresa proprio quella che mi mancava ed era importante. Solo alla fine magari riprendo le parti del libro che ho evidenziato.
Ho un esempio in tal senso. Mi è capitato infatti di leggere un testo e farne il riassunto che ho passato poi ad un’altra persona. Questa si è meravigliata di alcuni passaggi che avevo trovato e che lei, che aveva già letto il libro, non ricordava. Scoprendo poi che in effetti lei non poteva ricordarsele perché non le aveva lette, in quanto si era studiata solo i brani che riteneva più interessanti.
Perciò, leggete il mio libro dall’inizio fino alla fine, senza saltare paragrafi e senza fretta. Tanto dentro non è un giallo con un solo omicidio, ne incontrerete invece molti!
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