Voleva integrare e accompagnare la crescita delle giovani donne del suo tempo con scuole di lavoro e laboratori alternativi alle condizioni di sfruttamento nelle fabbriche di metà ‘800. Per questo Elena Silvestri (Bassano 1839 – Venezia 1907) decise di fondare a Venezia, nel 1884, l’Istituto delle Ancelle di Gesù Bambino, un progetto rivoluzionario per quei tempi e poi diffusosi in tutto il mondo (Italia, Brasile, Africa e Svizzera). Elena Silvestri, proclamata ‘venerabile’ nel 1999, è oggi una donna più che mai attuale e torna a parlarci attraverso le mirabili pagine della biografia “Innamorata della vera bellezza” (Edizioni S. Paolo), scritta da suor Maria Emanuela Marino, Ancella e docente di teologia morale sociale, con le introduzioni del patriarca di Venezia Angelo Scola e della Superiora Generale Gianna Cita.
Il libro è vivace, scorrevole e mette soprattutto in luce l’umanità di una donna che nel suo quotidiano seppe vivere la santità. Elena Silvestri nacque in una famiglia agiata che non aveva conosciuto la povertà se non attraverso gli occhi degli altri. Visse buona parte della sua giovane età proprio a Treviso dove il padre Carlo esercitò la magistratura tra il 1855 e il 1866. Era una bella ragazza, fine e simpatica. Dotata di numerosi talenti artistici, aveva studiato in ottime scuole e aveva tutta la vita davanti a sé. “Dentro di lei però c’era da sempre un sogno – afferma la Marino – Fare qualcosa per il Signore”. A 27 anni, riceve una proposta di matrimonio, si innamora e pensa di dedicare la propria esistenza alla famiglia, così come sua madre e le donne prima di lei. Ma la vita dispone diversamente: alla vigilia delle nozze scopre che il fidanzato non è totalmente libero, nonostante l’amore che le porta. Il fidanzamento viene rotto ed Elena, perdonandolo, offre la sua vita per la sua conversione.
E’ questo un periodo di profonde riflessioni e meditazioni che la portano ad avvicinarsi sempre più all’associazionismo cattolico femminile. Apre così gli occhi intorno a sé e le vede. Vede le tante ragazze che lavorano ore e ore nelle fabbriche, lo sfruttamento che subiscono e decide di assumersene la catechesi. A fine ‘800 un quinto della popolazione veneziana era ridotta in estrema povertà, funestata dalla tubercolosi che colpiva chi lavorava nelle fabbriche di tabacchi. “Lei si chiese allora come migliorare la situazione del proprio tempo ed è quello che dovremmo chiederci anche noi per il nostro – racconta suor Emanuela – Decise così di fondare un istituto sotto certi aspetti ‘strano’ e ‘originale’. Le suore non erano tali esternamente, facevano i voti ma venivano chiamate ‘signore’. In lei vi fu l’intuizione che Gesù era vissuto in modo normale in mezzo alla gente. Capì che bisognava per questo mettere al centro ‘il piccolo Gesù’, proteggere i piccoli e divenire come loro per entrare nel Regno dei Cieli. Per questo scelse le giovani e volle che crescessero in ambienti sani: per raggiungere le famiglie. Aprì scuole di lavoro e laboratori per le ragazze che pagava per i loro lavori, divenendo una piccola impresa economica in cui furono coinvolti i laici. Aiutò le donne del suo tempo insomma a divenire ‘testimoni’ nella società e nella famiglia, ma la sua non fu una vita facile, perché ebbe molte noie per questa sua intuizione ante litteram. Ma non si arrese, perché voleva rendere migliore il pezzetto di mondo cui apparteneva, vivendo il quotidiano in modo straordinario. La santità infatti è possibile a tutti, perché essere santi vuol dire realizzarsi, trovare la gioia e la serenità nella propria vita e insieme agli altri”.
Per questo Elena continua a essere ancor oggi un prezioso modello da accogliere nel proprio cuore.
E. Marino
INNAMORATA DELLA VERA BELLEZZA. Elena Silvestri, educatrice e fondatrice
Edizioni S. Paolo, 2006, pp. 310, € 12,00