Un abitante su 750 al mondo ha letto il suo libro best-seller “Dal Big Bang ai buchi neri”.
Infatti egli, pur costretto da una paralisi progressiva in un corpo malato che gli rende difficile la comunicazione col mondo esterno ormai da oltre 40 anni, ha escogitato con successo qualsiasi mezzo per far conoscere all’Umanità quanto scoperto.
Invitato a Padova dall’8 all’11 maggio 2006 per ricevere la cittadinanza onoraria e le chiavi della città che ebbe Galileo Galilei come proprio docente universitario, Stephen Hawking ha fatto della propria vita un cammino di ricerca e di divulgazione.
Alla domanda del perché egli abbia deciso di scrivere libri divulgativi su argomenti così complessi quali l’astronomia e la fisica posta, Hawking ha risposto testualmente: “Vogliamo tutti capire da dove veniamo. Voglio che la gente condivida la passione per le scoperte che stiamo facendo sulle complicate teorie astrofisiche. In fondo si tratta di cittadini che pagano le tasse per sostenere la ricerca e che hanno quindi il diritto di saperne di più”.
Lo scienziato e la Cosmologia
Lavorando nella sua casa-laboratorio all’Università di Cambridge, dove occupa la cattedra che fu di Newton, Hawking ha così affrontato e risolto diversi problemi lasciati aperti da Einstein, quali l’unificazione tra la Fisica della Gravitazione e la Fisica Quantistica.
Insieme a Roger Penrose, ha dimostrato che la Relatività Generale implica un’origine dello spazio e del tempo che è iniziata con il Big Bang e che termina nei Buchi neri. Ha inoltre analizzato l’ipotesi che il nostro universo comprenda almeno 11 dimensioni, oltre alle tre spaziali e quella temporale.
Il lavoro scientifico da lui condotto insomma si concentra in prevalenza sulla natura della gravità, nel tentativo di pervenire a una unificazione di questa forza con le altre tre forze fondamentali dell’Universo. Un’altra importante teoria avanzata da Hawking nel 1974 è quella sull’evaporazione dei buchi neri che viene considerata con grande attenzione dalla comunità scientifica poiché essa rappresenta la prima e completa teoria che tenta di integrare la relatività con la meccanica quantistica: secondo lo studioso, i buchi neri emetterebbero energia in modo continuo con una temperatura che è inversamente proporzionale alla loro massa. Tale emissione sarebbe responsabile di una perdita di massa continua da parte del buco nero, per cui esso si ridurrebbe a poco fino a scomparire del tutto.
Una novità rispetto alla precedente teoria che riteneva i buchi neri come pozzi senza fondo che inghiottivano materia senza lasciar sfuggire nulla dalla loro superficie, neppure la luce.
L’uomo e la Vita
Costretto da una paralisi progressiva, oggi si muove con difficoltà e riesce a comunicare solo muovendo leggermente un occhio, che manda input a un computer dotato di sintetizzatore vocalico. Il suo carattere forte l’ha portato a essere indicato come esempio di una persona che ha saputo lottare con successo da più di 40 anni contro una disabilità che gli avrebbe lasciato pochi anni di vita: “Una volta, calcolai, che nei tre anni trascorsi a Oxford studiai un migliaio di ore circa, con una media di un’ora al giorno – scrive Hawking nel suo libro best-seller “Buchi neri e universi neonati” (Biblioteca Universale Rizzoli, 1998) – Non è che sia fiero di quella mia negligenza: sto solo descrivendo quale fosse a quel tempo il mio atteggiamento che condividevo del resto con la maggior parte dei miei compagni di studio: un atteggiamento di noia completa e la sensazione che non ci fosse nulla per cui valesse la pena di sforzarsi. Una conseguenza della malattia che mi colpi fu quella di modificare radicalmente tale atteggiamento: quando ci si trova dinanzi alla prospettiva di morire molto presto, ci si rende conto che la vita merita di essere vissuta e che ci sono molte cose che si ha voglia di fare…” E ancora: “Ho avuto la sclerosi laterale amiotrofica praticamente per tutta la mia vita adulta; eppure essa non mi ha impedito di avere una famiglia fantastica e di avere successo nel mio lavoro grazie all’aiuto che ho ricevuto da mia moglie, dai miei figli e da un gran numero di altre persone e organizzazioni. Fortunatamente la mia malattia è progredita più lentamente di quanto spesso non avvenga. Ciò dimostra che non si devono necessariamente perdere le speranze” .
La voglia di vivere e di conoscere che lo ha sorretto fino a oggi diventa così un modello per quanti altrimenti cederebbero sotto il peso delle proprie angosce e delle proprie esperienze dolorose, vinti dalla sorte: “E’ un mito per me – ha affermato un ragazzo presente all’incontro tenutosi al Palazzetto S. Lazzaro di Padova davanti a 4 mila studenti – E’ riuscito a combattere la sua malattia con tutto il suo spirito”. Egli è dunque un esempio sia per i sani che per i malati: “E’un simbolo per noi disabili”, ha aggiunto visibilmente commosso un giovane disabile.
********************************************************************************
Nel corso della conferenza stampa di Padova gli sono state rivolte alcune domande che hanno messo in luce il suo pensiero di scienziato e di uomo.
Professor Hawking, saranno la religione o la scienza a spiegare le origini del cosmo?
La scienza e la religione sono due spiegazioni alternative e ognuno sceglie quella che preferisce. Io preferisco quella della scienza.
Professor Hawking, come è fatta la materia oscura?
La materia normale, quella da cui sono formati i corpi celesti, rappresenta il 5% della massa dell’Universo. L’altro 25% è la materia oscura che non possiamo vedere ma di cui vediamo una conseguenza, la gravità. Pare che il 70% dell’Universo sia nella forma di ‘energia oscura’, una forma di materia misteriosa che causa l’espansione dell’Universo… Potrebbe essere una specie di campo di forza in lento decadimento o come penso io ‘energia del vuoto’.
E’ possibile immaginare qualcosa prima del Big Bang?
E’ come chiedere cosa c’è di più a Nord del Polo Nord. E’ una domanda priva di senso.
Un giorno sarà possibile spiegare in modo totale e completo come si è formato l’Universo?
Negli ultimi 100 anni abbiamo fatto grandi passi per capire come si è formato l’Universo. Abbiamo le leggi, tranne per i casi estremi come l’origine dell’Universo e i buchi neri. Molti, me compreso, hanno sperato di trovare una teoria ultima per spiegare tutto nell’Universo, con poche formule e un candidato molto forte pare sia la Teoria M. Possiamo sperare di poterla capire per imparare il senso della nostra esistenza. Non è una teoria singola, ma è una collezione di teorie approssimativamente diverse della stessa. Sembra che non ci sia possibile formulare la teoria sulla quale si basano tutte, se non in modo approssimato, insomma. Perciò è probabile che non riusciremo mai nella nostra impresa per arrivare a una conoscenza completa dell’Universo.
Ma in un certo senso sono contento. Dopo aver scoperto la teoria di Tutto, per la scienza sarebbe come scalare le montagne dopo aver scalato l’Everest, la più alta del mondo. La razza umana ha bisogno di una sfida intellettuale continua, sarebbe noioso essere Dio e non aver più nulla da scoprire
E’ possibile ipotizzare una vita sugli altri Pianeti?
Potrebbe essere possibile, altrove nell’Universo così come per la Terra.
Non siamo soli, ma altra vita può essere molto molto lontana.
E’ possibile viaggiare oltre la velocità della Luce?
Se fosse possibile fare questo, sarebbe allora possibile viaggiare a ritroso nel tempo. Io non ho mai incontrato nessuno dal futuro, per cui non credo sia possibile.
Questa consapevolezza farà dell’esplorazione della Galassia una faccenda molto lenta. E’ quindi impossibile visitare altre Galassie.
La conoscenza dell’Universo cui apparteniamo assomiglia a un gioco di scatole cinesi: ne estrai una per estrarne un’altra per continuare a estrarne ancora, in un processo che potrebbe durare all’infinito. Una sorta di cipolla che si continua a pelare strato dopo strato, nel tentativo di definirne il nucleo centrale che poi si rivela per quello che è: il Nulla.
Senza perché a cui rispondere, l’Uomo è condannato alla noia eterna. Ma niente paura: anche se si giungesse a una risposta definitiva sul come ha avuto origine l’Universo e su quale sia la nostra ragione di essere, una domanda affiorerà incontenibile, come ha osservato lo stesso Hawking: “Io avrei avuto successo nella mia ambizione di scoprire come ha avuto inizio l’Universo. Ma non so ancora perché abbia avuto inizio…”
Paola Fantin, maggio 2006